venerdì 27 aprile 2007

I media digitali guidano la crescita del mercato

Saranno i media digitali a guidare la crescita del mercato pubblicitario nei prossimi anni nei Paesi occidentali (in quelli in via di sviluppo protagonista resta ancora la tivù). In Europa Internet ha già raggiunto una quota di mercato del 7% (in Italia del 5%) e quest’anno l’investimento sui media on line crescerà del 65% rispetto al 2006, molto più degli altri mezzi (la tivù aumenterà del 23%, i periodici del 13%, l'outdoor del 9%, le radio del 3%, mentre la pubblicità sui quotidiani scenderà del 13%). Cifre previsioni sono fornite da GroupM, la parent company dei centri media del gruppo Wpp, un colosso che controlla circa il 30% del mercato pubblicitario mondiale. Federico Rampolla, di recente nominato interaction director di GroupM Italia, traccia un quadro dei media digitali nel nostro Paese e delle loro prospettive di sviluppo. “Da Internet all’iptv, alla tv mobile al social network, il digitale sta diventando sempre più pervasivo - afferma Rampolla - ma in Italia gli editori stentano ancora a trovare la propria strada, molti non hanno ancora sviluppato una strategia coerente e duratutura in questo settore. Per un editore (ma il discorso vale anche per le agenzie e le aziende in genere), oggi sono possibili tre strategie nel confronti del digitale: stare a guardare, il che vuol dire uscire dal mercato; seguire quello che fanno gli altri, copiare: un comportamento molto diffuso in Italia, che in pratica significa rinunciare alla leadership; oppure giocare, impegnarsi in prima persona; e questa a mio parere è l’unica strategia possibile”.Guardando i dati di diffusione, si scopre che in molti casi Internet sta già sopravanzando i giornali come mezzo di informazione quotidiana: se nel caso del Corriere della Sera le copie diffuse ancora superano gli utenti unici del sito Corriere.it, per Gazzetta dello Sport e Repubblica, invece, ci sono già più utenti unici che copie diffuse. “È vero che alcuni mercati esteri sono più maturi del nostro - prosegue Rampolla - ma anche noi comunque abbiamo già superato il punto di svolta. La quota di mercato della comunicazione on line sta crescendo rapidamente e prima o poi arriveremo al sorpasso rispetto agli altri media.”

martedì 24 aprile 2007

Pubblicità sempre più online: le preferenze vanno ai formati interattivi e ‘audaci’


Sono sempre di più gli inserzionisti che mostrano di preferire formati pubblicitari online di intrattenimento, cioè che permettono di interagire, coinvolgere e comunicare.
A rivelarlo è il nuovo Studio pubblicato dalla European Interactive Advertising Association (EIAA) e dalla Online Publishers Association Europe (OPA Europe).
Secondo i dati forniti dai soci di EIAA, l’uso di Super Banner e Rettangolo Medio MPU negli ultimi sei mesi del 2006 è aumentato in tutta Europa.

Il report di EIAA European Ad Formats analizza l’uso e la popolarità di specifici formati pubblicitari sulle reti dei soci di tutta Europa, quindi li combina con i dati di OPA Europe, indica quali formati risultano più popolari ed esamina i fattori che ne hanno determinato la crescita.
Il Report 2007 è basato su oltre 300 miliardi di impression online ottenute tra Luglio e Dicembre 2006.

Sono stati presi in esame i formati: Banner tradizionale 468 x 60, Skyscraper 120 x 600, Wide Skyscraper 160 x 600, Rettangolo180 x 150, Rettangolo Medio – MPU 300 x 250 e Super Banner 728 x 90, che rappresentano circa l’85% di tutte le impression su pubblicità display raggiunte sulle reti dei membri EIAA e OPA Europe nei sei mesi in esame.

Secondo l’analisi effettuata, in Europa è crollata la popolarità del Banner tradizionale: tra Gennaio e Luglio 2006 rappresentava il 21%, ma tra Luglio e Dicembre 2006 è sceso al 13%. Al contrario, il Super Banner ora rappresenta il 35%, mentre tra Gennaio e Luglio era solo il 28% del totale; il Rettangolo Medio MPU (Messaging Plus Unit) vale un terzo del totale, in quanto è passato dal 27% al 33%.

I dati di OPA Europe dimostrano una crescita ancora più decisa dei formati più “audaci”: Super Banner e Rettangolo Medio MPU oggi rappresentano l’86%, confermando che gli inserzionisti hanno colto l’opportunità offerta da questi formati per sfruttarne il potenziale creativo e ottenere maggior impatto sui consumatori.

Ci sono comunque differenze evidenti a livello locale nell’utilizzo dei formati. L’MPU ha registrato la massima crescita in Italia e in Francia. Nei mercati britannico, spagnolo, olandese e Nordic, la predominanza del Super Banner è assoluta.

Alison Fennah, Executive Director di EIAA, ha spiegato che “…Via via che il consumatore trascorre più tempo online non solo per assolvere compiti specifici, ma anche per divertirsi, gli inserzionisti scelgono formati che permettono di realizzare idee creative, che attirano l’attenzione e che riescono a coinvolgere e a ispirare”.
Aggiungendo che “…Il rich media è quindi sempre più apprezzato in pubblicità, in quanto permette un’esperienza utente più interattiva e una comunicazione a due vie con i clienti, aprendo così le porte a una miglior risposta al brand”. (r.n.)

domenica 22 aprile 2007

Cresce il successo dell’email come strumento di comunicazione commerciale


Il 2006 ha segnato un anno di svolta per internet in Italia. A traino di una raccolta pubblicitaria che ha vissuto un significativo incremento soprattutto nel secondo semestre, il web conquista quote crescenti del time budget di una porzione sempre maggiore di popolazione.

Grazie anche al grande successo della banda larga e alle connessioni tramite mobile, oggi il tempo trascorso ogni giorno su internet supera quello dedicato alla lettura dei quotidiani, e addirittura per alcuni segmenti quello dedicato alla televisione. Non solo: il tempo speso alla ricerca di viaggi o per la gestione della finanza personale è superiore online a quello trascorso nelle agenzie di viaggi o in banca.
È quanto emerge dalla quinta edizione dell'
E-mail Marketing Performance Report, realizzato da Kiwari, che si conferma il punto di riferimento per le metriche della comunicazione via e-mail anche nel nostro paese.

Nel 2006, attraverso le piattaforme di Kiwari sono stati inviati 1,2 miliardi di messaggi, con un numero di invii che, per la sola Italia, è aumentato del 300% rispetto al 2005.
In Italia, sul totale di e-mail inviate, l’86,5% è giunto a destinazione (non è stato cioè rilevato alcun messaggio di errore). Di queste, il 14,8% è stato aperto almeno una volta e il 2,5% ha ricevuto almeno un click.
A fronte di un costante aumento degli invii – si legge nel rapporto Kiwari - si registra una sostanziale tenuta dei tassi di e-mail recapitate e dei tassi di click through univoci che, anzi, risultano migliori se si confrontano il primo e il secondo semestre del 2006 con i pari periodo del 2005.

Nel corso del 2006 il rapporto tra e-mail cliccate e aperte risulta di gran lunga superiore rispetto al 2005. Nel primo semestre dell’anno l’incremento è stato del 5,3% rispetto al pari periodo del 2005, mentre nel secondo del 3,5%.

Le campagne pianificate sono aumentate del 77% rispetto al secondo semestre del 2005 e del 12% rispetto al primo semestre del 2006. Tra il secondo semestre 2005 e il secondo semestre 2006, le DEM hanno visto aumentare la loro quota rispetto alle newsletter.

Le performance delle campagne sviluppate ricorrendo alle newsletter sono costantemente più elevate (da 2 a 6 punti percentuali) rispetto a quelle DEM, mentre i mercati dove le performance dell’e-mail marketing sono migliori sono quello del Travel e del Finance.
Il costo medio per contatto di una campagna di e-mail marketing si aggira intorno ai 5 centesimi di euro.

L’e-mail marketing – spiega Kiwari - gode i favori di un sempre maggior numero di aziende che investono in campagne newsletter e DEM (i messaggi di natura commerciale a cadenza spot) su liste che concessionarie ed editori sottopongono a continua manutenzione con crescente cura.

Ma il fenomeno degno di particolare attenzione è il forte interesse da parte delle aziende a utilizzare l’e-mail su liste proprie, come strumento di comunicazione con clienti e prospect, su base continuativa e non unicamente finalizzata alla promozione di prodotti e servizi. Negli ultimi anni, infatti, la funzione della comunicazione via e-mail ha superato i confini dell’acquisizione di nuovi clienti per interessare sempre più la stabilizzazione del legame con il brand e quindi la fidelizzazione.

È così che per molti attori appare sempre più appropriato parlare di “strategia e-mail” a tutto tondo, di cui l’”e-mail marketing” rappresenta solo una parte, e non sempre quella preponderante. Nel 2006, le aziende che utilizzano la piattaforma Kiwari direct! hanno inviato oltre 1,2 miliardi di email a destinatari che ne hanno autorizzato la ricezione secondo le pratiche del permission marketing.

I dati evidenziati dal Report testimoniano il successo dell’e-mail come strumento di comunicazione commerciale, caratterizzato dalla crescita geometrica dei volumi e dalla buona tenuta delle performance di attenzione e di interesse, che dimostra come l’insieme delle problematiche associate alla cosiddetta deliverability abbia acquisito una priorità elevata nella agenda dei marketer italiani.

Ma proprio a partire dall’idea stessa espressa con l’etichetta “strategia e-mail”, emerge anche l’esigenza di iniziare a riflettere sulle nuove sfide e opportunità della comunicazione digitale. Questo sia per chi ha scelto di usare piattaforme come la nostra per comunicare con clienti e prospect, sia per chi - come noi – deve progettare gli strumenti tecnologici più adeguati per quelle imprese che intendono con cognizione di causa sviluppare una propria strategia e-mail.