lunedì 26 febbraio 2007

Instant messaging, la nuova sfida di telcos e web company. A chi il timone?


Grande crescita sul mercato delle comunicazioni per l’instant messaging, fenomeno in continua evoluzione, che sta guadagnando spazi sempre più ampi.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una convergenza nel settore dell’Information and Communication Technology, i confini sono diventati sempre più labili e si sono accorciate le distanze tra tlc, media e internet.
Dalla Tv si può accedere al web, come anche dal telefonino, e su internet si può telefonare e guardare la Tv.
Questa contaminazione tecnologica fa felici gli appassionati e consente di fruire di vari servizi da diverse piattaforme.

Prendiamo l’IM, sistema di comunicazione client-server che consente di scambiare in tempo reale frasi e brevi testi sia tra telefonini che tra computer, che nel 2005, nonostante il forte successo degli sms, ha rappresentato una quota pari a 247,9 milioni di euro.
Stando alle previsioni, per il 2010 arriverà a 1,4 miliardi di euro, arrivando a raggiungere 1,5 miliardi di utenti nel 2011.

Davanti al successo di questo tipo di servizi, le telcos e i principali produttori di soluzioni per chat si sono mobilitati, alla ricerca di applicazioni interoperabili.
Come hanno fatto
Microsoft e Yahoo!, rendendo compatibili le loro piattaforme soprattutto per evitare all'utente l'utilizzo di due programmi.
Sulla stessa linea anche
Telefonica, Telecom Italia, Vodafone, T-Mobile e Orange che hanno stretto accordi per unificare le proprie reti.

La competizione sarà agguerrita e porrà inevitabilmente, al di là delle partnership, operatori mobili e web company.
Queste ultime potranno far falere il know-how raggiunto con anni e anni di esperienza.
“…Braccio di ferro tra gli operatori mobili e i fornitori di servizi IM sta diventando sempre più complesso” ha spiegato l’analista Prachi Nema di Visiongain.

Senza dimenticare la necessità di trovare i tempi rapidi il giusto modello di business.
Una soluzione potrebbe essere quella della diversificazione dell’offerta, come propone l’analista Ian Cox, sostenendo che gli operatori potranno introdurre, oltre all’instant messaging, “…servizi come il push-to-talk, i giochi interattivi e la navigazione internet”.

Bisognerà attendere che il mercato imponga tariffe accessibili per chi decide di comunicare attraverso i sistemi di IM. E pare che molto preso,
Wind, 3 Italia (H3G) e Tim a breve annunceranno una flat dedicata esclusivamente alle reti IM.

Secondo alcuni analisti, la scelta ideale sarebbe quella di un modello cooperativo in cui gli operatori, grazie alla forza di marchi web già ampiamente noti, potranno offrire un servizio affidabile e, allo stesso tempo, arrivare a una base utenti molto più vasta di quella che potrebbero raggiungere con un servizio proprietario.
“L’interoperabilità è la chiave di tutto”, ha sottolineato Prachi Nema, notando come sia ormai terminata l’epoca del ‘walled garden’ e come sul lungo periodo gli operatori dovranno rendersi conto che la strada da percorrere è quella della collaborazione e della condivisione, a rischio di ingoiare – all’inizio – qualche boccone amaro.

Ma c’è anche chi, davanti al successo di questi nuovi servizi, sta pensando di debuttare con una soluzione propria che definisce rivoluzionaria.
Si tratta del web site
createmotions.com che annuncia l’imminente arrivo del suo “Always summer”, sul quale si tiene ancora lo stretto riserbo.
L'autore italiano Roberto Della Pasqua ha spiegato che si tratta “…di un progetto completamente auto-finanziato, in corso d'opera da quattro anni”. Dove lo stesso Della Pasqua cura ogni aspetto, dall'ideazione alla realizzazione tecnica, fino all'arte e il disegno.
“…Si immagini – ha detto ancora - un progetto composto attualmente da oltre 30mila oggetti fra documenti di brainstorming, diagrammi e grafici che si traducono in una architettura composta da 300 pezzi e 1 milione di righe di codice”.
Della Pasqua ha precisato che il progetto “…vanta la collaborazione di menti brillanti da tutto il mondo e attualmente è protetto da una decina di brevetti italiani ed internazionali”. Obiettivo, ha concluso, è quello di arrivare a portare “…evoluti metodi di messaggistica nel mercato aziendale e ludico”.
di Raffaella Natale

venerdì 23 febbraio 2007

La Rai farà la web tv e ci scaricheremo montalbano

L'articolo riprodotto su Primaonline.it è un estratto di quello pubblicato nel numero 369, Gennaio 2006, di 'Prima Comunicazione'.

Grazie al contratto di servizio stipulato tra il ministero delle Comunicazioni e la Rai per il triennio 2007-2009 i telespettatori potranno finalmente scaricarsi le puntate di Montalbano e molti altri programmi dal sito web della Rai. Il nuovo contratto contiene infatti un'importante novità: la nuova offerta multimediale (Internet compresa) diventerà ufficialmente per la prima volta la terza tipologia di programmazione Rai in aggiunta all'offerta radio e televisiva. La Rai dovrà produrre e acquistare diritti anche per il digitale terrestre, la tivù via satellite, la tivù via Internet e l'Internet mobile. In particolare dovrà dedicare al web una quota crescente di risorse finanziarie. E la Rai verrà giudicata anche per la qualità dei suoi servizi Internet. Il contratto di servizio impegna insomma il servizio pubblico italiano a seguire le orme della Bbc, che ha un sito tra i migliori e più visitati del mondo e che offre gratis o a pagamento via web i suoi programmi televisivi a chi paga il canone.L'Aiip, Associazione italiana degli Internet provider, ha espresso la sua forte soddisfazione per il nuovo contratto di servizio, sottolineando in particolare il fatto che "questo approccio rappresenta un primo riconoscimento pratico del principio della neutralità della rete". Gli Internet provider alternativi a Telecom Italia sono contenti perché l'offerta dei programmi Rai sarà resa disponibile gratuitamente via Internet senza accordi particolari con il carrier che si limiterà al trasporto dei segnali. Il gestore delle telecomunicazioni sarà completamente 'neutro'. L'Aiip polemizza invece contro "quegli operatori dominanti che vogliono monopolizzare la tivù del futuro, l'iptv (Internet protocol tv), attraverso tariffe differenziate, qualità mediocre, decoder chiusi".Al di là delle battaglie regolamentari che si svolgeranno a Bruxelles e a Roma sulla neutralità della rete, il problema delle prospettive della tivù via Internet è più generale. Si sta profilando una competizione sempre più marcata tra due concezioni diverse - e forse opposte - della televisione del futuro. Da una parte la web tv sponsorizzata dai fornitori di contenuto e dai grandi siti web, dall'altra l'iptv dei gestori di telecomunicazione.Ormai il successo della musica scaricata on line a pagamento ha convinto le major hollywoodiane e i gruppi televisivi a mettere in rete i loro prodotti video. I film e alcuni programmi sono offerti a pagamento, altri programmi contengono pubblicità. Negli Usa si moltiplicano gli annunci degli accordi tra i grandi content provider (major e network) e i maggiori siti web come Google, iTune, Yahoo!, Msn e gli altri siti di social networking frequentati da milioni di visitatori. Grazie alla web tv e agli accessi a banda larga milioni di internauti possono scaricarsi on demand in pochi minuti i programmi preferiti per poi vederseli comodamente sul computer o sul televisore di casa. Questa offerta di web tv è però in parte alternativa a quella iptv che stanno sviluppando i grandi gestori di telecomunicazione negli Usa, in Europa e in Italia. L'offerta di iptv è basata fondamentalmente sui canali e sui programmi forniti dai carrier di tlc grazie agli accordi - eventualmente di esclusiva - con i content provider. Bisognerà vedere chi vincerà sul mercato: se l'offerta 'chiusa' di tivù a pagamento dei carrier, basata sui canali televisivi, o l'offerta di web tv on demand gestita dai fornitori di contenuto. Finora sull'Internet gratuita le offerte aperte hanno sempre vinto; occorre vedere se accadrà anche questa volta nel caso specifico della tivù a pagamento.Rete unica di broadcasting: anche Mediaset ci staLa rete nazionale di broadcasting per la tivù digitale, promossa fortemente dalla Rai, è sempre più vicina. Lo ha confermato Andrea Ambrogetti, direttore delle relazioni istituzionali di Mediaset, durante un recente convegno indetto dall'Isimm, l'istituto di studi e di ricerche sulle comunicazioni presieduto da Enrico Manca. Nel seminario di dicembre, intitolato 'Quale futuro per il sistema delle telecomunicazioni italiane ed europee?', Ambrogetti ha annunciato la disponibilità di Mediaset a procedere alla costituzione della rete unica nazionale per la tivù digitale, in pieno accordo con l'intervento che lo ha preceduto di Luca Balestrieri, vice presidente di Rainet, l'Internet company della Rai. Mediaset non ha quindi più come imperativo assoluto il mantenimento della sua rete di trasmissione televisiva. Costruire una rete unica per cederla è diventata una prospettiva di business concreta (anche se ovviamente non facile e scontata) di fronte sia a una minaccia sia a un'opportunità. Rai e Mediaset - già indicate come 'duopoliste congiunte' sulle frequenze da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di Corrado Calabrò - rischiano infatti di perdere nei prossimi anni parte delle loro frequenze. La legge Gentiloni impone a una rete Mediaset e a una Rai di passare al digitale prima dello switch off e di liberare le relative frequenze. Quindi è meglio valorizzare subito l'asset. L'opportunità è che nel futuro le frequenze televisive diventeranno sempre più pregiate perchè, grazie alle tecnologie digitali, non serviranno più a trasmettere solo la tivù ma tutti gli altri servizi di tlc senza fili, come l'accesso a Internet e la voce. Le frequenze televisive valgono fino a 5 euro per spettatore potenziale, ma le frequenze per servizi tlc valgono anche decine di euro per utente raggiungibile. Quindi valorizzare le frequenze cedendole a un carrier di telecomunicazione costituisce un'ottima opportunità.

mercoledì 21 febbraio 2007

GOOGLE CERCA INSERZIONISTI

punta a diventare la piattaforma tecnologica dominante non solo per la pubblicità on line ma per tutti i media, a cominciare dalla stampa. La società di Larry Page e Sergey Brin è notissima per il suo motore di ricerca su Internet; meno conosciuto ma forse più importante è il fatto che Google ha creato un sistema automatico d’asta per la pubblicità che gli frutta miliardi di dollari. Per la precisione Google ha chiuso il 2006 con un fatturato pubblicitario pari a 10,5 miliardi di dollari e un incredibile utile netto – legato proprio alla piattaforma tecnologica per l’asta pubblicitaria – di 3 miliardi. Insomma ha un fatturato pari a circa tre volte quello di Mediaset e un utile che da solo vale all’incirca i ricavi totali del Biscione. Il segreto è nell’asta telematica: il software di Google è non solo in grado di offrire ai migliori offerenti gli spazi pubblicitari legati alle keyword (le parole chiave) di ricerca ma anche di prevedere quali saranno le inserzioni più cliccate, cioè più redditizie per Google (che viene retribuita dal pay per click) e per gli inserzionisti. Il click rate di Google è intorno al 10-20% mentre normalmente nella pubblicità on line è intorno all’1%. Forte di questa tecnologia software e del folto parco clienti, Google ha deciso di mettere a disposizione dei giornali statunitensi il suo mercato elettronico. Ha messo insieme un circuito che comprende colossi come il New York Times, il Chicago Tribune, il Washington Post e la casa editrice Hearst per sperimentare il suo sistema d’asta per i giornali (vedi Prima n. 368, pag. 168); se l’esperimento sarà positivo, proporrà il suo mercato elettronico a livello internazionale. L’obiettivo è di ampliare il mercato: i giornali avranno più pubblicità – soprattutto locale e di aziende minori che già utilizzano Google – e riempiranno tutti gli spazi vuoti, mentre Google tratterrà una percentuale stimata a regime intorno al 20%. Aggregando decine di migliaia di inserzionisti, Google potrà ottenere prezzi scontati, mentre i giornali acquisteranno dei nuovi inserzionisti che altrimenti non potrebbero raggiungere. Insomma, se l’esperimento andrà bene, i giornali americani si affideranno proprio al loro rivale per invertire la tendenza del declino della pubblicità e delle copie vendute. Pare però che Gannett, McClatchy e Tribune stiano anche pensando di consorziare la loro raccolta pubblicitaria on line per contrastare lo strapotere di Google

lunedì 12 febbraio 2007

RAPPORTO ANNUALE CENSIS 2006

RAPPORTO ANNUALE CENSIS 2006 COMUNICAZIONE E MEDIA

Cittadini mono-mediali e multi-mediali in Europa, l’Italia è in coda. Nel confronto fra cittadini che usano (sanno usare) sostanzialmente un solo media (ossia la televisione) e cittadini che invece usano (sanno usare) sostanzialmente tutti i media a disposizione siamo in coda in Europa. L’unico paese con un profilo simile al nostro è la Francia (con il 47,1% di mono-mediali rispetto al nostro 47%), mentre la Spagna (61,3% di multi-mediali), la Germania (67,7%) e la Gran Bretagna (74,9%) si collocano su posizioni molto distanti.
Negli ultimi anni in Italia c’è stato un aumento significativo di cittadini multi-mediali, che erano il 46,6% nel 2002 e sono diventati il 53% nel 2006. Un incremento importante, raggiunto grazie all’apporto delle fasce più giovani e più istruite della popolazione, ma con cui non riusciamo a colmare il divario che ancora ci separa dal resto d’Europa.


A cosa servono i media. Informarsi e approfondire sono le attività preferite dal pubblico dei media, non solo per il gran numero di persone che gli attribuiscono la “massima importanza” (80,7% e 69% rispettivamente), ma anche per la minima percentuale di persone che gli attribuisce “nessuna importanza” (0,8% e 3,2%). Più bassa, invece, l’importanza attribuita all’intrattenimento (41,3%), o al relazionarsi con gli altri ( 45,3%), che sembrerebbero funzioni centrali nell’esperienza della fruizione dei media di massa, ma che ormai sono quasi del tutto mescolate all’informazione e all’approfondimento.

Centralità e multi-medialità della musica nella vita quotidiana. Nel rapporto con i media ben il 46,5% degli italiani attribuisce la “massima importanza” all’interesse per la musica (al terzo posto dopo i più urgenti/diffusi bisogni di informazione e approfondimento). Quali sono i media a cui si fa ricorso per assecondare tale interesse e con quale grado di soddisfazione? Ai primi posti per l’uso, la radio (77,4%) e persino la televisione (57,3%). Ma la “massima soddisfazione” si ottiene con i lettori mp3 (77,2%) e con internet (69,7%), che tuttavia sono ancora usati da quote di popolazione modeste rispetto ai grandi pubblici di radio e televisione.

Sta tornando il piacere di leggere libri. Per la prima volta la percentuale di quanti in Italia hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno supera la metà della popolazione (sopra i 14 anni) collocandosi al 55,3%. Ma nonostante questo notevole passo avanti, siamo ancora molto indietro rispetto agli altri paesi, che oscillano dal 62% della Francia al 75% della Gran Bretagna. Dal punto di vista degli acquisti la distanza tra l’Italia e gli altri paesi è meno marcata rispetto alla lettura: gli italiani che comprano libri (48,7%) sono anche un po’ più dei francesi (46,6%) e poco meno degli spagnoli (53,3%), mentre solo tedeschi (61,5%) e britannici (64,7%) si collocano su di un piano nettamente superiore.

I quotidiani si vendono poco, ma vendono molto. I dati a disposizione sulle opere allegate ad alcuni dei principali quotidiani italiani, tuttora disponibili in edicola, perché ancora in corso o da richiedere come arretrati, sono sorprendenti per le dimensioni del fenomeno: ben 89 iniziative editoriali per un numero complessivo di volumi pari a 1.397.
Il più presente in edicola appare il Corriere della Sera con 45 opere allegate, dai classici dell’arte e della letteratura, all’atlante degli animali e ai libri di cucina, per un totale di 643 volumi. Seguono La Repubblica con 24 titoli per 239 numeri, La Stampa, con 19 opere per 229 uscite, Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino con 16 proposte editoriali composte però da ben 318 volumi e Il Sole 24 Ore con 9 raccolte per un totale di 207 libri. Se è vero dunque che i quotidiani cartacei si vendono poco in edicola (anche se la lettura dei quotidiani, con quelli digitali e free, è tutt’altro che in contrazione), è altrettanto evidente che essi vendono molto (altre opere editoriali, cartacee e non).

venerdì 9 febbraio 2007

Un'iniziativa della Commissione per accrescere la fiducia dei consumatori negli acquisti online

La Commissione europea ha adottato oggi un "Libro verde" con il quale intende dare avvio a un processo di profonda revisione delle norme comunitarie in materia di protezione dei consumatori per adattarle alle nuove esigenze della realtà digitale, in rapida evoluzione. La spesa complessiva dei consumatori (famiglie e organismi senza scopo di lucro) rappresenta il 58% del prodotto interno lordo dell'Unione europea. La fiducia dei consumatori è uno dei principali fattori che determinano l'orientamento di tale spesa nei diversi settori dell'economia, ed è chiaro che i consumatori non si sentono ancora abbastanza a loro agio nei confronti degli acquisti online per sfruttare appieno tutte le possibilità che questo settore offre. Sono solo una piccola percentuale (6%) i consumatori che fanno acquisti online all'estero. Basandosi sui contributi che le perverranno in risposta a questo Libro verde, la Commissione si propone di accrescere la fiducia dei consumatori nel mercato unico europeo grazie a una normativa chiara e semplice che stabilisca i loro diritti, permetta scelte sicure e garantisca un'adeguata protezione in caso di difficoltà. Norme chiare saranno anche un incentivo per gli operatori, in particolare per le piccole e medie imprese, a estendere le loro attività oltre le frontiere nazionali, sfruttando i potenziali vantaggi che l'integrazione del mercato offre al settore del commercio al dettaglio. Tutte le parti interessate sono invitate a sottoporre alla Commissione i loro commenti sul Libro verde, che contiene 28 proposte concrete d'intervento riguardanti otto direttive.
“Dobbiamo darci da fare, il mondo cambia in fretta e l’Europa rischia di restare indietro", ha dichiarato a Bruxelles nella sua prima conferenza stampa Meglena Kuneva, il nuovo commissario europeo responsabile della politica dei consumatori. "Dobbiamo rivedere da cima a fondo la legislazione in materia di tutela dei consumatori. Oggi come oggi chi fa acquisti online non è abbastanza tutelato e la complessità delle norme in vigore è di freno a nuove iniziative. Ai nuovi problemi dobbiamo dare nuove soluzioni. Possiamo permetterci di avere in Europa 27 “mini-mercati” online e privare i consumatori di scelte, occasioni e prezzi più bassi grazie alla concorrenza? Dobbiamo fare in modo che i consumatori possano fidarsi degli acquisti online. Le regole del gioco sono cambiate, ed è tempo che la politica dei consumatori trovi risposte adeguate."


La situazione attuale
Il Centro europeo consumatori riceve ogni anno centinaia di denunce riguardanti gli acquisti online transfrontalieri. I principali motivi di scontento sono le mancate consegne o i ritardi nelle consegne, il periodo di “ripensamento” durante il quale è possibile esercitare il diritto di recesso, le modalità di restituzione delle merci e di rimborso.
Linee d’azione
Le norme in vigore hanno assicurato ai consumatori una buona tutela, ma negli ultimi 15-20 anni le cose sono cambiate. Oggi abbiamo un mosaico di legislazioni nazionali diverse e norme comunitarie di base che sono rispettate in varia misura secondo i paesi. Con lo sviluppo degli acquisti online è anche emersa tutta una serie di nuove problematiche che non hanno avuto risposte adeguate, sicché i consumatori non vedono tutelati i loro diritti e le imprese si trovano alle prese con un dedalo di complesse normative.
Le possibili linee d’intervento che il Libro verde presenta vertono su 28 punti, tra cui:
una definizione più precisa della nozione di consegna in relazione agli acquisti transfrontalieri (questione su cui si appunta il maggior numero di denunce dei consumatori) che garantisca ai consumatori maggiore protezione e faccia chiarezza sui loro diritti in caso di consegna ritardata, mancata o parziale.
norme più chiare e più semplici sulle modalità di restituzione dei prodotti, che oggi variano notevolmente all’interno dell’UE (dalla comunicazione al venditore via email all’obbligo di raccomandata postale).
norme comuni anche per quanto riguarda il diritto di recesso e i costi di restituzione delle merci (attualmente le disposizioni variano dalla gratuità per il consumatore all’obbligo di sostenere tutti i costi).
semplificazione, per mezzo di norme comuni, dei rimedi a disposizione dei consumatori. Attualmente una riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto sono invocabili solo nel caso in cui la riparazione o la sostituzione siano impossibili o sproporzionate. Per i consumatori è difficile, specie a distanza, giudicare se sia fondata o meno l’affermazione del venditore che considera sproporzionato un determinato rimedio. Il Libro verde prospetta l’ipotesi di un sistema che dia ai consumatori la possibilità di scegliere tra i rimedi.
una normativa comunitaria che disciplini con chiarezza la questione del cosiddetto "periodo di riflessione" entro il quale l’acquirente ha il diritto di tornare sulla sua decisione e di restituire il bene acquistato. nuove questioni devono essere affrontate, ad esempio l’opportunità di estendere a determinati servizi le garanzie e i diritti che valgono per i prodotti (chi acquista un CD in un negozio gode di una garanzia, chi scarica musica da Internet no). Occorrono anche norme più chiare che pongano fine all’incertezza creata dall’esenzione per i “beni usati venduti in un’asta” prevista dalla vigente direttiva 1999/44/CE su taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo.

E poi?
La consultazione sul "Libro verde sulla revisione dell’acquis relativo ai consumatori" durerà tre mesi. Durante questo periodo il commissario responsabile della politica dei consumatori procederà a una consultazione “dal vivo”, incontrando le varie parti interessate (donne, anziani, organizzazioni dei consumatori, PMI, deputati al Parlamento europeo, rappresentanti dei governi degli Stati membri, grande distribuzione). Saranno quindi presentate proposte di iniziative specifiche – legislative o d’altro genere – miranti a risolvere i problemi e le difficoltà esistenti.
Tim contro la violenza negli stadi

E’ in onda questa settimana una campagna Tim, ideata e prodotto in due giorni, con l’obiettivo di condannare il triste fenomeno della violenza negli stadi. In abbinamento al logo della Lega Calcio, lo spot rappresenterà la sigla di apertura e di chiusura di tutte le trasmissioni sportive del prossimo weekend calcistico. Il soggetto, ideato e realizzato da Leagas Delaney Italia, mostra Christian De Sica, testimonial della comunicazione Tim, seduto sugli spalti di uno stadio completamente vuoto. De Sica abbandona i consueti modi scherzosi e si rivolge seriamente al pubblico al fine di sensibilizzarlo circa gli ultimi fatti avvenuti in Italia. La direzione creativa esecutiva è di Stefano Campora e Stefano Rosselli, il copywriter è Francesco Poletti, art director Selmi Bali Barissever. La regia è di Daniele Lucchetti per la casa di produzione Buddy Film.

lunedì 5 febbraio 2007

INTERNET: PIZZETTI, REGOLE DA ADEGUARE A NUOVE OPPORTUNITA'

(ASCA) - Roma, 5 feb - ''Ritarare'' responsabilita' e regole per chi usa internet e adattarle ai nuovi orizzonti che questo mezzo lascia intravvedere. E' questo, secondo il garante della Privacy, Francesco Pizzetti, il modo per affrontare le nuove sfide che la comunicazione su internet propone. ''Credo - ha detto Pizzetti, a margine di un convegno sul nuovo sistema della comunicazione, organizzato dal 'welfare della comunicazione' - che Parlamento e Istituzioni debbano fare in generale una riflessione approfondita su come assicurare sia la possibilita' di fruire di queste nuove opportunita', sia il diritto alla riservatezza''. Secondo il garante, ''nella riflessione sul rapporto tra privacy e diritto di informazione dei cittadini dobbiamo prendere atto che c'e' un panorama nuovo. Per questo, abbiamo tutti il dovere di elaborare una riflessione sull'uso, per esempio, delle foto su internet e sulla responsabilita' dei giornalisti, che vanno ritarate su questo nuovo orizzonte, ricco di possibilita'. E, su questo, l'Autorita' e' in prima fila''. ''Internet - ha osservato Pizzetti - sta cambiando la societa' in cui viviamo. Cambia il modo di comunicare, di informare e di essere informati. Abbiamo tutti allora il problema di affrontare i nuovi mezzi, dando una risposta senza esasperazioni ma considerando la possibilita' di porre dei limiti''. Il tutto senza essere ''ne' neolibertari, esaltando la liberta' di Internet, ne' 'neo-codini', immaginando di fermare questa liberta'. E' ingenuo - ha concluso Pizzetti - ricorrere a forme repressive. Non c'e' mai stato futuro per il luddismo, non e' spaccando le macchine che si ferma quello che non si vuole ci sia in giro''.

domenica 4 febbraio 2007

Promocard: in crescita gli investimenti dei settori personal ed healthcare

In questi ultimi tre anni, le aziende dei settori personal ed healthcare hanno incrementato gli investimenti pubblicitari verso il mezzo di comunicazione Promocard, in quanto ideale per comunicare in modo mirato linee di prodotti sempre più rivolte e studiate per un determinato target.

La cartolina pubblicitaria e il dispenser, inoltre, permettono un legame e un coinvolgimento diretti tra brand e consumer, situazione non attuabile con altri mezzi soprattutto per prodotti difficilmente pubblicizzabili in modo originale e divertente. A oggi più di 30 aziende di settore hanno pianificato con Promocard per il lancio di nuovi prodotti o per aumentare e confermare la brand awareness, attraverso la realizzazione di campagne standard, multisoggetto, da concorso e speciali. A febbraio prendono il via le campagne di Mentadend, Durex e Gillette. Unilever torna sul circuito Promocard per Mentadend: una pianificazione partita nel 1998 per pubblicizzare diversi prodotti dagli spazzolini ai chewing gum. Da lunedì 5 febbraio è partita la nuova campagna in cartolina. Con una cartotecnica speciale, una card doppia invita il target a creare la nuova confezione dello spazzolino Mentadent, personalizzando il layout proposto all'interno, e inviarlo per partecipare al concorso. La pianificazione prevede la distribuzione nelle oltre 3.500 location del circuito City Network Nazionale. Per la prima volta usa il circuito Promocard SSL Healthcare Italia che pianifica una campagna in cartolina per il lancio di Durex Play Vibration. La creatività è di McCann-Erickson e la pianificazione è di Universal McCann. Con un unico soggetto in cartolina, la comunicazione Promocard prende il via il 5 febbraio in 1400 location di un circuito City Network Selezionato. Torna anche Procter & Gamble per Gillette, che dal 2003 sceglie Promocard per pubblicizzare diversi prodotti sia per il target maschile sia femminile. Dal 19 febbraio prende il via la comunicazione per il nuovo rasoio Gilette Fusion con cinque lame per un maggiore comfort +1 di precisione, con creatività curata da D'Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO. La campagna, pianificata per due flight (quattro settimane) sul circuito City Network Nazionale, richiama coerentemente l’attività di web www.inritirocongattuso.it implementata da Proximity (Stefania Sabbatini, Raffaella Bedini e Carla Della Bianca

Spontex in tv con TBWA Parigi


Torna on air Ernie, il riccio più audace della tv.
A partire dal 28 gennaio e per otto settimane, infatti,
Ernie è di nuovo in onda come protagonista dello spot Spontex.
Lo spot è ideato dall’agenzia TBWA Parigi e prodotto da
Les Producers con la regia di Jeremy Haccoun.

Il film racconta la storia d’amore tra il riccio Ernie e la spugna abrasiva Fibra Plus di Spontex. Il payoff recita ‘Nuovo Fibra Plus Spontex. L’unica con sistema grasso stop per un’efficacia irresistibile’.“Abbiamo scelto di riconfermare il riccio Ernie come testimonial di Spontex grazie al grande successo ottenuto dalla campagna pubblicitaria lo scorso anno” afferma Riccardo Bianco, amministratore delegato di Mapa Spontex Italia.La pianificazione è a cura di OMD e prevede oltre 500 spot, più di 230 milioni di contatti e una pressione in prime time superiore al 30%.