lunedì 25 giugno 2007

Web advertising a gonfie vele negli Usa: 35 miliardi entro il 2011

Gap che l'Italia paga nei confronti degli Stati Uniti per quanto riguarda il "consumo" di Internet è come noto parecchio consistente, anche se a più riprese molti addetti ai lavori che operano nel Belpaese hanno ribadito come il Web nostrano si stia finalmente avviando alla piena maturità, guardando con attenzione ai servizi della Rete di seconda generazione. I dati resi noti dalla PricewaterhouseCoopers nel proprio rapporto "Global Entertainment and Media Outlook" sono in ogni caso un parametro significativo per capire come nella terra dove Internet è nata e diventata grande i volumi di spesa prodotti dalla pubblicità on line e dai consumatori per accedere al Web siano tutt'oggi in forte sviluppo. Stando alla società di ricerca, infatti, la crescita combinata della domanda su base annuale è prevista in crescita a doppia cifra almeno fino al 2011, trainata da una parte dalle connessioni ad al alta velocità e dall'altra dalla diffusione di siti di social networking e per il digital entertainment.In soldoni la sommatoria fra investimenti pubblicitari e costi per l'accesso alla Rete negli Usa potrebbe arrivare a valere fra quattro anni poco meno di 75 miliardi di dollari, dai 47,2 miliardi consolidati a fine 2006. Quello dell'advertising on line, in particolare, è un business in crescita di oltre il 10% e tale curva di sviluppo confermerà gli States quale primo mercato al mondo in questo campo con oltre 35 miliardi di dollari stimati per il 2011, nonostante per quel tempo sarà la Cina il Paese con il maggior numero di utenti del Web. Fondamentale, alla causa statunitense, il ruolo di "hub" (da centrale cioè per erogare servizi voce, dati e video, Tv compresa) che Internet è destinato a fare proprio su scala globale nei prossimi cinque anni. Del 7,1%, invece, l'incremento previsto da PwC per quanto riguarda la spesa dei consumatori americani per gli accessi, che ammonterà alla fine del periodo considerato a circa 43 miliardi di dollari. Gli investimenti in infrastruttura profusi dagli operatori di telecomunicazioni faranno il paio con la "voglia matta" di banda larga da parte degli utenti per modificare sostanzialmente lo scenario del business degli accessi negli Usa: le classiche connessioni "dial-up" via doppino telefonico, questo sentenzia il report di cui sopra, perderanno mediamente circa il 25% in valore ogni anno mentre i collegamenti "broadband" sono destinati a crescere dell'11,9% per arrivare a generare oltre 41 miliardi di dollari di fatturato entro il 2011. Fra poco meno di quattro anni gli utenti a banda larga attivi negli States saranno 89 milioni, in virtù di un incremento annuo composito del 12,2%.Numeri che fanno impallidire quelli dell'Internet made in Italy? La risposta è scontata, nonostante pure in Italia il mercato della pubblicità on line stia correndo a doppia cifra. Il problema, semmai, è di natura dimensionale: le cifre in gioco sono ancora così modeste che per farsi notare dovrebbe crescere – e il "consiglio" è stato lanciato da Massimo Martini, General Manager di Yahoo! Italia, in occasione della presentazione agli inserzionisti italiani della nuova piattaforma di search advertising Panama - a tre cifre, superando di slancio freni inibitori ormai atavici (vedi la diffusione parziale degli accessi broadband) e consuetudini che fanno da tappo allo sviluppo in chiave marketing del Web (come il peso dominante della Tv nel mercato pubblicitario).

Il Sole 24 Ore - Gianni Rusconi

martedì 19 giugno 2007

USA: In calo gli investimenti dell'ADV, ma non su Internet!


Gli investimenti pubblicitari sono tornati a salire lievente nel primo trimestre 2007, ma perdono lo 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2006. Sono questi i dati che emergono dalla ricerca effettuata da TNS Media Intelligence.Ma se in generale i media "tradizionali" mostrano un calo, questo non vale per internet, che cresce del ben 16,7% (2,70 miliardi di dollari). Segno che i progetti di comunicazione online crescono a ritmo costante rispetto a tv, radio e carta stampata.Nella spesa media per gli investimenti pubblicitari nel totale, internet taglia una fetta della torta che equivale al 7,7% (-1,1% rispetto al 2006), i magazine avanzano dello 0,9% e chiudono con il 19,2% mentre i quotidiani perdono lo 0,8% e la tv l'1,1% ma che insieme continuano a rappresentare il 44,6% del totale della spesa pubblicitaria.
Fonte
QuoMedia

Mercato della comunicazione: cambiano i modelli pubblicitari, quale il ruolo di Google e dei broadcaster?

Il mondo mediatico sta cambiando. La rivoluzione che sta travolgendo internet, tlc e il mercato televisivo ha messo sottosopra il modo di fare comunicazione. Al centro di questo profondo mutamento si trovano telcos, broadcaster, ma anche web company che non hanno tardato a raccogliere la nuova sfida e si preparano ad affrontare questa nuova convergenza tecnologica.

In questo contesto,
Google ha prontamente dimostrato questa capacità, restando però saldamente legata al proprio ruolo principale che è quello della ricerca, senza che le diversificazioni in atto possano cambiare il centro di gravità, perlomeno entro il 2010. Sicuramente per quella data, il nuovo ruolo nella pubblicità sarà diventato largamente importante, ma resterà legato alla eSearch. Ciò che conta in questo campo è il traffico e la ricerca resta il principale crocevia dell’audience internet.

In questo segmento, l’acquisizione di YouTube resta certamente la più decisiva e, anche se pagata caramente (1,6 miliardi di dollari), la più potenziale. Con YouTube, Google ha anticipato la rivoluzione del consumo televisivo. Molto presto, gli utenti potranno creare i loro palinsesti, e questo aprirà nuovi scenari per la pubblicità, introducendo diversi modelli di business. Si pensi alla possibilità di studiare meglio le esigenze degli spettatori, lavorando a pubblicità personalizzate e strettamente mirate. Ed è qui che Google è forte, potendo essere dominante su tutte le reti digitali, con strumenti performanti.

Risultato? Le televisioni dovranno adattarsi e farlo anche in fretta.

Quale futuro per Google allora? Molti sono convinti che la società non diversificherà di molto le proprie attività. Sta dimostrando un certo interesse per il mobile, ma il proprio ruolo centrale gli permetterà di non dover cambiare molto, ma semplicemente rafforzarsi. Tra tre anni, avrà aumentato il numero dei servizi a pagamento, perseguendo la strada dell’innovazione, specie nel segmento contenuti.

Per il 2010, Google sarà una gigantesca regia pubblicitaria che avrà indicizzato tutte le informazioni presentate sul web e tutti i dati delle imprese.
Le case editrici di contenuti saranno molto dipendenti da Google, per via delle ricerche che i lettori faranno sul motore ricerca più popolare del mondo, ma anche per la pubblicità che metterà insieme link sponsorizzati e banner.

I broadcaster competeranno con Google che attirerà gli inserzionisti con strumenti di analisti più pertinenti, forte della conoscenza degli internati.
Questa è una ragione per cui
Viacom e Disney non vogliono essere presenti su YouTube, poiché hanno compreso che “potrebbero essere presi in trappola”, visto che Google ha bisogno di YouTube per legarsi alla pubblicità audiovisiva.
Alcuni operatori americani intendono aumentare l’enorme di quantità di banda passante che genera l’uso del sito. Per essere, quindi, indipendenti strategicamente, Google dovrà divenire operatore di rete.

Il proprio obiettivo è anche quello di fare per i professionisti ciò che già si fa su internet con il grande pubblico. Vale a dire, gestire i dati delle aziende. Si vuole mettere le mani su tutti i dati indicizzabili in un motore di ricerca: CRM, content management, mail…

Per il 2010, la web company presenterà gratuitamente una serie di servizi che copriranno tutti i bisogni quotidiani degli utenti. Aiuto nella navigazione, ricerca, scambio di foto video…
Dominerà internet con i propri servizi come
Microsoft fa con i Pc. Ma al contrario del gruppo di Bill Gates, Google non gestirà sistemi operativi. Sarà, quindi, un Isp e fornirà l’accesso gratuito finanziato dalla pubblicità.

Da qui a tre anni, Google si sarà liberata della propria interfaccia di ricerca. Avrà trovato il tassello mancante tra mente e parola chiave, vale a dire: “Come trasformare ciò che si cerca in parole e keyword efficace?”
Ma non finisce qui, nel prossimo futuro si prevede inoltre l’accesso gratuito a internet in modalità Wi-Fi, così che tutti siano sempre connessi.

lunedì 18 giugno 2007

Publicis e Carat per la comunicazione web di Renault New Twingo

Grande ruolo dei media digitali per il lancio dell’ultima nata di casa Renault,
New Twingo, la vettura che in questi giorni sta arrivando sul mercato italiano. Da qualche giorno è online il sito www.newtwingo.it curato da Publicis Dialog e Carat.
[15/06/2007 - 16.00]
Si tratta di un sito che guida alla scoperta di New Twingo attraverso quattro aree che approfondiscono con foto e video le caratteristiche del prodotto. Parte integrante della strategia di comunicazione di lancio e del relativo concept ‘New Twingo 99% Serious’,La comunicazione del prodotto è veicolata attraverso una campagna advertising online pianificata da Isobar Communications, che prevede una declinazione sui principali portali e siti verticali in target con New Twingo, tra i quali alice.it, libero, msn, tiscali, yahoo e studenti, multiplayer, tuttogratis, university, lycos ed altri. Keywords advertising ed e-mail marketing completano la strategia di web marketing sviluppata da Publicis Dialog per il lancio di New Twingo, a cui si integra l’adozione di iniziative di mobile marketing a utenti TIM, Vodafone e 3.